Conosciuta come la città delle centro chiese e delle cascate, l’antico borgo di Corleone è un’inaspettato scrigno d’arte, cultura e tradizioni che sapranno deliziare gli occhi e l’animo dei visitatori. 

Dai fenici ai normanni, dagli arabi ai borboni, ogni popolo che si è avvicendato nella lunga storia siciliana ha modificato il centro urbanistico di Corleone.

Se ti affascinano questi luoghi, puoi visitare Corleone con uno dei nostri tour in Sicilia:

Magna Via Francigena: a piedi da Palermo ad Agrigento

Cosa vedere a Corleone

Corleone è una delle città più belle della Sicilia.
Perché non decidere di trascorrere una giornata spensierata per scoprire le bellezze di questo affascinante borgo della Sicilia?
Se vuoi trascorrere una giornata a Corleone, abbiamo preparato una lista con le cose da vedere e visitare in serenità:

  • Chiesa Matrice
  • Chiesa di Santa Rosalia

E ora partiamo insieme alla scoperta dei luoghi più identitari di Corleone!

Chiesa Matrice di San Martino

Il suo impianto originale è del trecento con successive modifiche che si sono susseguite nel corso dei secoli. Al suo interno è conservato un pregiato coro ligneo realizzato dall’artista siciliano Giovan Battista Li Volsi. Esiste poi una leggenda che narra di un tesoro, il tesoro di San Marco, secondo cui esiste un percorso sotterraneo che collega la cripta della Chiesa Madre alla Chiesa di San Marco, di cui oggi rimangono solo dei ruderi. Il sapere popolare narra di un tesoro svelato solo a coloro fossero riusciti ad attraversare l’intero tragitto con un bicchiere colmo d’acqua in mano.

Chiesa di Santa Rosalia

La Chiesa di Santa Rosalia invece, la Santuzza di Palermo, sorge in Piazza Giuseppe Vasi, la centralissima piazza dove si trovava la bottega di San Bernardo.
La costruzione della chiesa è legata a due circostanze: il ritrovamento delle reliquie di S. Rosalia sul Monte Pellegrino nel 1624 e la peste che minacciava l'Europa il piccolo borgo.
Gli abitanti si affidarono allora alla Santa palermitana chiedendo la loro salvezza. Così il 16 Giugno 1625 le reliquie della Santa arrivarono in paese dove furono accolte nell‘antico monastero della Maddalena e poi nella chiesa dei Cappuccini. Il Comune per costruirla vi impiegò il denaro ricavato dalla vendita dell’antica chiesa di S. Leoluca agli Agostiniani.custodisce pregevoli acquasantiere del Cinquecento. 

Cosa fare a Corleone - la proposta di Slow Active Tours

Una volta scoperte le meraviglie nascoste tra le viuzze di Corleone, è arrivato il momento di entrare nel vivo dei suoni e degli odori di questo antichissimo borgo. 

  • Visita al Centro di Documentazione Antimafia

    Un capitolo della storia di Corleone è legato indissolubilmente ad uno dei più amari del recente passato del nostro Paese. Una testimonianza racchiusa nel Centro di Documentazione Antimafia che custodisce l’intera documentazione del maxi processo contro la mafia. Un museo che rappresenta un simbolo di lotta alla mafia e del rilancio di un paese che ha molto di meglio da offrire. 

  • Bosco della Ficuzza

    Il bellissimo abitato di Corleone è una roccaforte incastonata all’interno di un vasto contesto naturale, il Bosco della Ficuzza. 
    La Riserva Naturale nasce come tenuta di caccia del re Ferdinando di Borbone, alla ricerca di una dimora per la sua famiglia e di un luogo per esercitare la sua passione per la caccia. Il sovrano una volta lasciata Napoli a seguito all’avanzata napoleonica, vi fece costruire la Real Casina Borbonica attorno alla quale sorse il piccolo centro abitato di Ficuzza, oggi frazione di Corleone. 
    La Riserva copre una vasta area che comprende i comuni di Monreale, Godrano, Mezzojuso, Corleoe e Marineo ed è ancora oggi il perfetto habitat per volpi, donnole, uccelli selvatici, lupi, ricci e rapaci. Il Bosco è ricco di corsi d’acqua generati dalle pioggia che formano diversi laghetti naturali, i cosiddetti “gorghi”, un tempo utilizzati come laghetti per l’allevamento del pesce, oggi invece rivestono un ruolo di straordinaria importanza per l’ecosistema del bosco.
    Tutta la zona circostante è dominata da Rocca Busambra, il rilievo più alto dei Monti Sicani, in Sicilia Setentrionale. Qui l’ambiente circostante da l’impressione di essere su una cima dolomitica piuttosto che in Sicilia, ma si narra che in certe giornate si possa sentire il rumore delle onde del mare. Una leggenda probabilmente, ma che per i più anziani del posto è una chicca da tramandare di generazione in generazione. Si racconta infatti, che nelle giornate in cui il vento viene da nord, l’eco delle onde che si abbattono sul litorale giunga fino a Rocca Busambra. Qui le grande pareti del massiccio amplificano il rumore che si riflette fino alle cime. Il risultato è davvero unico al mondo.

  • Piccolo borgo di Prizzi

    L’affasciante e scenografico borgo di Prizzi ha origini molto antiche. Posizionato tra le montagne dell’entroterra siciliano, si racconta sia stato fondata da esuli scappati dalla vicina Hippana, distrutta e saccheggiata dai romani durante la Prima Guerra Punica. Il periodo di massimo splendore di Prizzi si registra nel tardo medioevo quando il feudatario Matteo Bonello, decise di dividere in due parti il territorio e affidarlo a due monasteri distinti. 
    L’architettura di Prizzi ha risentito del profondo legame con il Vaticano: oggi conta infatti, fino a 17 strutture religiose edificate in tutto il borgo come la cinquecentesca Chiesa madre dedicata a San Giorgio e la Chiesa di Sant’Antonio Abate. 
    Di straordinaria importanza per la comunità risulta essere il Castello, con la torre d‘avvistamento, edificato dai bizantini nel 745 per proteggere l’abitato dalle minacce saracene. 
    La storia dell’abitato è conservata all’interno del Museo Archeologico di Prizzi dove è possibile visitare i numerosi reperti dell’antica Hippana, che forniscono  un quadro ampio ed esaustivo delle origini della leggendaria città.

  • Magna Via Francigena: a piedi da Palermo ad Agrigento

    Slow Active Tours propone un emozionante ed intrigante viaggio a piedi per scoprire le bellezze nascoste della Sicilia da nord a sud, dal Mar Tirreno al Mar Mediterraneo. 

Sagre e feste popolari a Corleone

Il Carnevale Corleonese è un evento molto atteso dalla cittadinanza e dalle centinaia di turisti che si riversano tra le stradine del piccolo borgo siciliano per ammirare attende con fervore la tradizionale sfilata dei carri allegorici che si sfidano per la conquista del trofeo dei rioni. Particolarmente attesi sono i Riavulicchi, ovvero delle allegre e spiritose figure demoniache ricoperte di campanelli e campanacci che impazzano per le piazze precedute dal suono del corno, divenute negli anni il simbolo del carnevalone. 
Il Siccagno Corleonese Festival è una manifestazione dedicata al prodotto tipico del territorio completamente prodotto in loco: il Pomodoro Corleonese Nano Siccagno, una speciale varietà che appare più polposa e dal colore rosso intenso a piena maturazione. Il suo nome deriva dalla caratteristica coltivazione senza acqua. Ma nonostante questo in essi gli elementi nutritivi sono altamente concentrati, rendendo il prodotto una specialità del territorio. 
La Festa di San Leoluca è l'evento più sentito dalla comunità corleonese perché riguarda i festeggiamenti del Santo Patrono San Leoluca. La comunità si da appuntamento il 1 marzo quando tra le vie del paese viene portato in processione il simulacro del santo tra grandi falò con gli scarti delle potature per ricordare un miracolo avvenuto quando il Santo era ancora un novizio. Legato ai festeggiamenti di marzo, la comunità corleonese dedica un'altra giornata di celebrazioni nei primi giorni di maggio:
la Cursa di Santu Luca a per rievocare la leggenda che vuole la città di Corleone essere stata risparmiata dalle ire borboniche nei fatti rivoluzionari del 1860. La statua del santo viene portata fino alle porte del paese insieme a quella di Sant'Antonio, e poi in processione fino a ritornare al punto di partenza dove i due santi si salutano con l'inchinata.

Piatti Tipici di Corleone

I sapori tipici di Corleone risentono molto della vicinanza con le Madonie come il cacio all'Argentiera, un antipasto preparato con formaggio fresco. Il gustoso piatto deve il suo particolare nome alla donna che l’ha inventato: un’argentiera che abitava in Via dell’Argenteria a Palermo. La tradizione vuole che la giovane argentiera preparò questo delizioso piatto per “illudere” i vicini. Il suo odore, infatti, fu scambiato per il coniglio alla cacciatora, un piatto ben più pregiato.

Mangiare e Bere a Corleone

Ecco alcune proposte del territorio:
Il moschettiere in Corso dei Mille. L'ideale per chi si trova al centro e dopo cena vuole fare due passi.
La Taverna dei Briganti in Via Santa Lucia, 13/15. Per chi desidera fare un tuffo nella tradizione culinaria siciliana fatta di semplicità e squisitezza.
Antico forno San Leonardo ai cappuccini in Via Santa Lucia. Un delizioso forno che offre la possibilità di consumazione all'interno. L'ideale per uno snack veloce a base di rosticceria e prodotti tipici del luogo.

Quindi cosa aspettate? Zaino in spalla e si parte!